Troubles – Ordet e HEAD—Genève

Da Ordet, fino al 27 gennaio, Troubles, una mostra organizzata in collaborazione con HEAD—Genève, Haute école d’art et de design di Ginevra, e co-curata da Charlotte Laubard. La mostra presenta opere nuove e recenti di Debbie Alagen, Sarah Benslimane, Sebastian Davila e Viola Leddi, diplomatɜ alla HEAD—Genève nel 2022 e nel 2023.

Nella vita interconnessa e altamente professionalizzata dellɜ artistɜ di oggi, l’educazione è arrivata ad assumere significato e status cruciali, diventando strumentale per ottenere riconoscimento critico e sostenibilità economica. Una delle missioni di Ordet è la collaborazione con scuole d’arte per presentare artistɜ all’inizio della carriera. Per tuttɜ lɜ artistɜ sopra citatɜ, Troubles è la prima mostra istituzionale in Italia.

ORDET

TROUBLES

Debbie Alagen, Sarah Benslimane, Sebastian Davila e Viola Leddi

in collaborazione con HEAD—Genève

fino al 27 gennaio 2024

Sarah Benslimane, Endless, 2023. Courtesy l’artista e Madragoa, Lisbona. Foto: Nicola Gnesi.

Da Ordet, fino al 27 gennaio, Troubles, una mostra organizzata in collaborazione con HEAD—Genève, Haute école d’art et de design di Ginevra, e co-curata da Charlotte Laubard. La mostra presenta opere nuove e recenti di Debbie Alagen, Sarah Benslimane, Sebastian Davila e Viola Leddi, diplomatɜ alla HEAD—Genève nel 2022 e nel 2023.

Nella vita interconnessa e altamente professionalizzata dellɜ artistɜ di oggi, l’educazione è arrivata ad assumere significato e status cruciali, diventando strumentale per ottenere riconoscimento critico e sostenibilità economica. Una delle missioni di Ordet è la collaborazione con scuole d’arte per presentare artistɜ all’inizio della carriera. Per tuttɜ lɜ artistɜ sopra citatɜ, Troubles è la prima mostra istituzionale in Italia.

Installation View, Debbie Alagen, Sarah Benslimane, Sebastian Davila, Viola Leddi, Troubles, Ordet, 2023. Courtesy l’artista e Ordet, Milano. Foto: Nicola Gnesi.

Debbie Alagen (Kinshasa, 1997, vive e lavora a Ginevra) esplora la tensione tra le aspettative reciprocamente contrastanti dell’individuo e della società. Per Alagen, le circostanze spazio-temporali, anche psicologiche – ciò che è accaduto o ciò che sarebbe potuto accadere – sono transitorie. Ciò che resta è il loro impatto sui corpi, sulle cose e sulle relazioni interpersonali.

Nei suoi dipinti scultorei, Sarah Benslimane (Besançon, 1997, vive e lavora a Ginevra) combina vari elementi con effetti sorprendenti, sfidando i limiti del medium e mettendo in discussione lo status dell’opera d’arte riflettendo sulla sua banalizzazione.

Sebastian Davila (Losanna, 1992, vive e lavora a Losanna) affronta nelle sue opere l’eredità del colonialismo che ancora incide sulla vita nella sua isola d’origine, Porto Rico, e altrove. Evocando personaggi e rituali, immaginari ma plausibili, Davila offre una forma di evasione critica e surreale.

I dipinti ad aerografo di Viola Leddi (Milano, 1993, vive e lavora a Ginevra) dalle atmosfere cupe e allucinate, condensano riferimenti alla storia dell’arte italiana, al femminismo, a Internet e alla realtà quotidiana dell’artista. Le sue opere in ceramica veicolano esperienze e ricordi, ricreando le ambientazioni di episodi amorosi raccontatele in confidenza da amiche.

Installation View, Debbie Alagen, Sarah Benslimane, Sebastian Davila, Viola Leddi, Troubles, Ordet, 2023. Courtesy l’artista e Ordet, Milano. Foto: Nicola Gnesi.

Attraverso la pittura, la scultura e l’installazione, lɜ artistɜ in mostra negoziano identità, femminismo, strutture politiche, tecnologia e riferimenti storico-artistici all’interno dell’attuale proliferazione di informazioni, storia, immagini e stili. Nonostante la marcata eterogeneità delle loro pratiche, tuttɜ condividono un forte interesse per i particolari ironici riscontrabili nelle relazioni sociali e personali, così come una propensione per la demistificazione delle costrizioni, delle tendenze contemporanee e delle aspettative riposte nell’arte. Il progetto allestitivo, commissionato a BB – Fabrizio Ballabio e Alessandro Bava – enfatizza la divergenza di linguaggi e la convergenza di interessi nei lavori in mostra.

Debbie Alagen, Step Up, 2023. Courtesy l’artista. Foto: Nicola Gnesi.