“Un viaggio nel tempo” è la nuova personale dello scultore fiorentino Paolo Staccioli alla Galleria Arianna Sartori a Mantova

ARIANNA SARTORI

ARTE & OBJECT DESIGN

Mantova – Via Cappello, 17 – Tel. 0376 324260

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Un viaggio nel tempo” è la nuova personale dello scultore fiorentino Paolo Staccioli alla Galleria Arianna Sartori a Mantova, nella sala di via Cappello 17.

La mostra sarà inaugurata Venerdì 1° settembre alle ore 17.00 alla presenza dell’Artista.

In mostra saranno esposte sculture realizzate negli ultimi anni, in bronzo ed in ceramica.

L’esposizione resterà aperta al pubblico fino al 14 settembre 2023 con orario: dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30, e Domenica 10 settembre 15.30-19.00, chiuso festivi.

“Le sculture di Paolo Staccioli hanno negli ultimi anni mostrato la loro attinenza formale e culturale coi luoghi toccati dalla nobiltà della storia, specie quelli d’origine medievale, austeri e talora financo severi.

I suoi grandi bronzi, solidi come miti antichi, e i suoi imperturbabili guerrieri, impreziositi da decori iridescenti, furono nel 2020 esaltati dall’esposizione nelle stanze di mattoni a vista che s’aprono voltate nei Magazzini del Sale, sotto il Palazzo Pubblico di Siena. Quelle stesse opere avrebbero due anni dopo goduto dell’esibizione nella monumentale Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, parimenti informata all’aulica sobrietà della tradizione toscana. Proprio la tradizione – e giustappunto nella sua lezione locale – è l’anima della poetica di Paolo e il fulcro delle sue scelte espressive.

È la matrice e il motore segreto dei suoi lavori. Le sue figure – veridiche eppure astratte, tornite e levigate, austere anche quando le ingentiliscono guarniture eleganti, gemmate talora di qualche bagliore dorato – sono segnate dalla vena severa che, dai primordi, sotterranea traversa la cultura della nostra terra, a partire dagli etruschi, i capostipiti che hanno improntato la nostra altera e tenace sobrietà”.

Antonio Natali

Nato a Scandicci nel 1943, Paolo Staccioli inizia la sua esperienza di artista negli anni Settanta del Novecento, esordendo come pittore e facendosi presto notare in ambito locale. Al principio degli anni Novanta la necessità di sperimentare nuovi linguaggi espressivi lo spinge a Faenza, nella bottega di un ceramista locale, Umberto Santandrea, dove apprende le tecniche di quest’arte. È qui che Staccioli realizza i suoi primi vasi, dapprima con la tecnica della ceramica invetriata, poi sperimentando la cottura a “riduzione”, che gli consente di ottenere straordinari effetti d’iridescenza e lucentezza. Ottenuta assoluta padronanza del mestiere, Staccioli allestisce nel suo studio di Scandicci, nei pressi di Firenze, un laboratorio, dove continua autonomamente e quotidianamente a misurarsi con l’uso del fuoco e degli ossidi di rame, dando vita a una miriade di vasi che riveste con fantastici racconti pittorici, fissati definitivamente dalla smaltatura a lustro

È con queste opere che ottiene i primi successi, facendosi notare in mostre personali e collettive, nonché in occasione di importanti manifestazioni culturali: le sue ceramiche, dal forte effetto metallizzato e dallo smalto scintillante si impongono presto, per eleganza e originalità, nel panorama artistico non più solamente fiorentino, ma nazionale. I personaggi che in questa fase popolano la superficie delle sue ceramiche (giostre di cavalli giocattolo sospesi nell’aria e accompagnati da putti alati, suonatori di trombe, bambole e Pulcinella) presto si guadagnano la terza dimensione, divenendo sculture che tuttavia non perdono l’accento di accadimento fiabesco, estranee come sono ad ogni nozione di tempo e luogo: forme idealizzate memori della statuaria preromana, etrusca in particolare, sulle quali interviene la policromia della ceramica, a rendere un vigoroso effetto di masse in contrasto.

Guerrieri, viaggiatori, cardinali e cavalli si aggiungono ben presto alla folla già nutrita dei fantastici personaggi ed iniziano, dalla seconda metà degli anni Novanta, ad animare importanti collezioni pubbliche e private, italiane ed estere.

Nei primi anni del Duemila, nella volontà di sperimentare nuovi materiali e, con questi, altre dimensioni espressive, Staccioli inizia a trasferire – senza comunque mai abbandonare l’amore per la lavorazione delle terre – le sue forme nel più duraturo bronzo, passando dalle ricerche con gli ossidi di rame a quelle con le patine metalliche.

È in questa più recente fase che le sue figure acquistano una monumentalità prima ignota, che ancor più tende a fissare in una dimensione al di fuori del tempo i suoi cavalli e i suoi guerrieri.

Molti i riconoscimenti tributati all’artista, in particolare nell’ultimo decennio, da pubblico e critica, e molte le partecipazioni a premi ed esposizioni che hanno consentito a Paolo Staccioli di conquistare un posto di assoluto prestigio nell’attuale panorama artistico nazionale.

Orario

dal Lunedì al Sabato 10.00-12.30 / 15.30-19.30,

Domenica 10 settembre 15.30-19.00.

Chiuso Domenica e Festivi.