VISIONI – Biblioteca Vallicelliana – Roma
OPERA 00/20 a cura di Paola Paesano
VISIONI
a cura di Yarona Pinhas – Letizia Ardillo
Esposizione
4 marzo – 2 aprile 2020
Biblioteca Vallicelliana, Salone Borromini
Piazza della Chiesa Nuova, 18-00186 Roma
Inaugurazione mercoledì 4 marzo ore 17.00-19.00
Introduzione di Yarona Pinhas
Orari dell’esposizione: lunedì, martedì, venerdì 10.30-13.30: mercoledì: 15.00-18.00; giovedì: 11.00-14.00; 15.00-18.00
Ingresso libero
Info: www.valliceliana.it
+39 06 68802671
Organizzazione: Anna Villa
Ufficio stampa: Raffaele Aufiero, Anna Villa
Paola Paesano, direttrice della Biblioteca Vallicelliana è lieta di annunciare
Visioni, la mostra dei libri d’artista e opere frutto della collaborazione tra Letizia Ardillo e Yarona Pinhas. Per questa speciale occasione sarà presente una mostra bibliografica a cura di Livia Marcelli.
Nel corso dell’inaugurazione verrà presentato il libro “Visioni”, le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, di Yarona Pinhas illustrato da Letizia Ardillo e il video Permutazioni a cura di Letizia Ardillo editing di Alfredo Villa
L’occhio dell’artista scruta l’invisibile svelando i codici dell’ universo
Le immagini delle opere di Letizia Ardillo ispirate dagli insegnamenti di Yarona Pinhas, guidano il visitatore nell’universo mentale del misticismo della Cabbalà.
La lingua ebraica non è solo un mezzo di comunicazione tra gli uomini, ma un tramite per comunicare con il Sacro. Le 22 lettere sono strumenti della Creazione. Se in altre lingue ogni segno non ha altra funzione che concorrere alla formazione delle parole, nell’alfabeto ebraico ogni forma significante è già di per sé un veicolo, un senso compiuto autonomo, un segno sacro, un cosmo perfetto.
La biblioteca Vallicelliana luogo di scrittura e di parola è la sede ideale per accogliere i segni di queste antiche conoscenze.
(…)Ogni lingua o linguaggio elaborato dall’uomo serve a trasmettere informazioni utilizzando segni convenzionali chiamati numeri, lettere o parole. Le lettere ebraiche hanno ciascuna una raggiera di significati, sensi e rimandi che prescindono dalle parole che vanno a comporre.
Queste raggiere si uniscono sinergicamente nel momento in cui le lettere si raggruppano nel corpo di una data parola. Nel linguaggio cabalistico la parola è vista come una copertura che riveste l’oggetto che denomina. Questa veste si chiama malbùsh, così come il corpo fisico riveste l’anima, così la forma grafica di una lettera cela il suo nucleo significante. (Visioni di Yarona Pinhas)