walter davanzo – Dream on earth – Antico Ospedale Santa Maria dei Battuti, San Vito al Tagliamento (PN)

Antico Ospedale Santa Maria dei Battuti, San Vito al Tagliamento (PN)

6 maggio – 18 giugno 2023

walter davanzo

Dream on earth

In collaborazione con Agostino Art Gallery

Inaugurazione: sabato 6 maggio, ore 18.00

Con presentazione critica di Eugenio Manzato

L’Antico Ospedale Santa Maria dei Battuti di San Vito al Tagliamento (PN) ospita, dal 6 maggio al 18 giugno 2023, “Dream on earth”, mostra personale di Walter Davanzo, artista di Treviso che dà vita a nuovi mondi, tra ricordo, sogno e visione.

L’esposizione, promossa dal Comune di San Vito al Tagliamento – Assessorato alla Vitalità in collaborazione con la galleria milanese Agostino Art Gallery, sarà inaugurata sabato 6 maggio alle ore 18.00, alla presenza del Sindaco Alberto Bernava, con un intervento critico di Eugenio Manzato.

Il titolo dell’esposizione – “Dream on earth” – fa riferimento ai dolori e alle costrizioni del periodo pandemico, ma anche al desiderio condiviso di libertà, unione con la natura e ricongiunzione con i propri affetti.

«Walter Davanzo – scrive Eugenio Manzato, già Direttore dei Musei Civici di Treviso – dà testimonianza del terribile primo anno di Covid 19 attraverso un intenso ciclo pittorico scandito per immagini, quasi capitoli di un visionario romanzo: prigioniero nella sua prodigiosa casa-studio, articolata come un sorprendente labirinto, ha dipinto forsennatamente per i lunghi mesi della pandemia dando forma a paure ed angosce, ma anche a riflessioni e fantasie, laddove drammaticamente efficace si è rivelato il suo personale e inconfondibile stile pittorico primitivo ed espressionista».

La sua narrazione per immagini si dipana in una sorta di laica via crucis, ispirata – talora deliberatamente, talvolta inconsciamente – a opere di grandi artisti del passato, dalla figura ieratica di San Sebastiano, che rimanda alla pittura rinascimentale di Antonello e Mantegna, alla leonardesca “Gioconda”, con il volto celato in parte dalla mascherina, fino all’“Amor sacro e Amor profano” di Tiziano. E poi molteplici variazioni del “Déjeuner sur l’herbe”, tema caro alla pittura francese impressionista, evocato nelle declinazioni di Monet e Renoir.

Attraverso la citazione di alcuni capolavori della storia dell’arte, Davanzo racconta la società contemporanea, la paura e la speranza, il desiderio di aria campestre e libertà, testimoniato anche da immagini di bambini, privati della bicicletta o intenti a rimirare un uccellino in gabbia. Fra le figure tragiche, si affaccia inoltre il volto sereno di Carmelo Zotti, artista di Trieste che Walter Davanzo tiene in conto di maestro, riferimento per l’arte e campione di umanità.

Di opera in opera, si osserva, inoltre, l’emersione di alcuni elementi ricorrenti (simboli iniziatici e misteriosi, la croce, la casa-prigione, le orecchie da Topolino che alludono agli sconfinati territori dell’arte e della poesia), parte di una grammatica personale, costruita in anni di studio e ricerca.

Il percorso espositivo comprende una trentina di opere, tutte inedite, realizzate dal 2020 ad oggi. Tele artigianali e di scena (in alcuni casi recuperate dalla messa in scena della “Tosca” al Teatro La Fenice di Venezia), con imprimitura a gesso, lavorate dall’artista con colori ottenuti da pigmenti puri, unitamente a resine naturali, che donano al lavoro una finitura lucida.

«Nell’economia della mostra – conclude Cinzia Lampariello Ranzi, fondatrice di Agostino Art Gallery insieme a Giacomo Christian Giulio Ranzi – particolare importanza assumono le opere dedicate a San Sebastiano, anche in relazione alla sede espositiva, in passato luogo di soccorso e accoglienza per malati e pellegrini. Nell’iconografia più diffusa del Santo, rappresentato come un giovane imberbe trafitto dalle frecce, Walter Davanzo concentra l’idea del dolore, che si è vissuto durante la pandemia e che in parte si vive ancora. Ma San Sebastiano era invocato anche come protettore contro la peste, foriero di un messaggio di fede, speranza e inclusione. La nostra Galleria lavora da un anno con Walter Davanzo, apprezzandone la qualità pittorica e la profondità di indagine. Siamo dunque onorati di essere parte di questo importante progetto. Dopo la mostra di San Vito al Tagliamento, vorremmo portare avanti insieme un progetto teatrale, volto a realizzare una scenografia pittorica per un’opera lirica, in collaborazione con un teatro di tradizione e un’accademia di belle arti italiana».

L’esposizione sarà visitabile fino al 18 giugno 2023, di sabato e domenica con orario 10.30-12.30 e 15.30-19.00. Ingresso libero. Per informazioni sulla mostra: T. +39 0434 843030, iat@sanvitoaltagliamento.fvg.it. Per informazioni sul lavoro dell’artista: www.agostinoartgallery.it.

Walter Davanzo è pittore, fotografo, designer, art director. Nato a Treviso nel 1952, si è dedicato fin dagli anni giovanili alla fotografia e alla pittura, iniziando l’attività espositiva nel 1970 nella propria città. Dopo la maturità scientifica, si iscrive al DAMS di Bologna con indirizzo Pittura. Viaggia a lungo in Europa e in Africa, studiando le opere di Bacon, Munch, Manguin, Varlin, Matisse, Van Dogen e de Vlaminck, e rafforzando il suo interesse per i segni primitivi e il grafismo infantile. Tra le mostre, si segnala, in particolare la personale del 2008 a Madrid, presso l’Istituto Italiano di Cultura. Collabora come art director all’Asolo Art Film Festival, Happiness, Replay, i-SENS, Rude Riders, Dhea, Meeting, Opificio Bikers, Technogel. Progetta linee di abbigliamento (T-Shirt in omaggio a Rocky Balboa e alla Pantera Rosa, su permesso rispettivamente di MGM e Metro Goldwyn Mayer), vetrine, ristoranti, camere d’artista per luxury hotel, stand fieristici e collezioni d’arredo, tra cui una linea di mobili in nido d’ape per il Salone del Mobile di Milano, in collaborazione con Ti-Vu Plast e Colortech. Le sue opere di trovano in musei e collezioni private; la documentazione dell’attività presso l’ASAC della Biennale di Venezia e presso Ludwig Forum für Internationale Kunst Kunst Bibliothek, Aachen. Ha realizzato un ritratto per Renzo Rosso, fondatore e azionista di Diesel. L’artista è presente nel volume “Pittura nel Veneto. Il Novecento. Dizionario degli artisti” (Mondadori Electa, 2009). Vive e lavora a Treviso.

L’Antico Ospedale della Confraternita dei Battuti, già presente e vivo in San Vito al Tagliamento nel 1369 come si evince da un documento, venne costruito lunghe le mura cittadine, vicino alla via di transito dove pellegrini o malati potevano facilmente fermarsi per essere accolti nell’ospizio. Come le numerose confraternite laiche attive nel Trecento, i Battuti inizialmente esercitavano le proprie pratiche di penitenza, prestando soccorso e assistenza pubblica in questa struttura. Edificio che nei secoli a seguire subì diverse modifiche con funzione comunque di ospizio fino al 1877, anno in cui l’ospedale si trasferì nell’odierno Ospedale Civile e la sede, ulteriormente trasformata al suo interno, divenne anche dimora di diversi esercizi commerciali. Oggi il luogo, con ambienti attentamente recuperati, adibito principalmente ad esposizioni, convegni o cerimonie, offre un fascino particolare, con la sua primitiva cappella affrescata (affreschi di scuola friulana, fine XIV sec.) al piano terra, i suoi tre piani e il cortile interno, dove il tempo sembra essersi fermato.

Agostino Art Gallery inaugura la propria attività nel 2022 a Milano, in via Solari 72. Uno spazio espositivo che promuove un approccio multidisciplinare all’arte contemporanea, per superare limiti e confini stabiliti. Un incubatore virtuoso, capace di riflettere la natura futuristica e aperta della metropoli italiana scelta come sede. Non solo mostre ma anche talk, presentazioni editoriali e laboratori: un nuovo salotto culturale cittadino, un crocevia di incontro, confronto, progettazione e convivialità. Nata da un’idea di Cinzia Lampariello Ranzi e Giacomo Christian Giulio Ranzi, Agostino Art Gallery prende spunto dalla passione dei fondatori per l’arte contemporanea. Un interesse che li ha portati, fin dagli anni ‘80, a viaggiare e a scoprire talenti internazionali entrati a far parte della loro collezione privata. I due ideatori, uniti nella vita e nell’arte, hanno deciso di condividere anche le opere da loro acquistate nel tempo, esponendole in mostre tematiche che affrontano argomenti attuali e drammatici come la guerra, ma anche temi di costume come la capsule collection dedicata a Sua Maestà la Regina Elisabetta II. Il nome scelto è un omaggio a Sant’Agostino e al suo pensiero relativo all’uomo e alla sua volontà razionale che lo portava a ritenere che la volontà fosse autonoma rispetto alla ragione. Il riferimento a Sant’Agostino sottolinea anche il sentito ritorno alla fede e alla spiritualità, condiviso da molti dopo il periodo pandemico, e abbracciato dalla Galleria anche nella promozione dell’arte moderna e contemporanea. Nel logo della Galleria è inserito il triangolo di Penrose, tanto caro ad Escher, come omaggio a quegli “oggetti impossibili” che offrono tuttavia infinite possibilità. Allo stesso modo i due fondatori offrono esperienze culturali e incontri con artisti differenti che spaziano dalla pittura alla scultura, passando attraverso la street art e la fotografia. Opere più classiche si alternano a nuovi linguaggi artistici multimediali, lasciando spazio alle passioni dei visitatori che vengono stimolati senza alcun limite. Per maggiori informazioni: www.agostinoartgallery.it.

Mostra promossa da:

Comune di San Vito al Tagliamento

In collaborazione con:

SCHEDA TECNICA:

Walter Davanzo. Dream on earth

Presentazione di Eugenio Manzato

In collaborazione con Agostino Art Gallery, Milano

Antico Ospedale Santa Maria dei Battuti

Via Bellunello 24, 33078 San Vito al Tagliamento (PN)

6 maggio – 18 giugno 2023

Inaugurazione: sabato 6 maggio 2023, ore 18.00

Orari: sabato e domenica ore 10.30-12.30 e 15.30-19.00

Ingresso libero

PER INFORMAZIONI:

IAT Comune San Vito al Tagliamento

T. +39 0434 843030

iat@sanvitoaltagliamento.fvg.it

Agostino Art Gallery

Via Solari 72, 20144 Milano

Curatrice: Cinzia Lampariello Ranzi

T. +39 388 4366649 (contatti preferibilmente telefonici o via WhatsApp) | cinzia.lampariello@gmail.com

Direttore commerciale: Giacomo Christian Giulio Ranzi

T. +39 388 6353167 (contatti preferibilmente telefonici o via WhatsApp) | ranzi.giacomo@gmail.com

www.agostinoartgallery.it

www.instagram.com/agostinoartgallery – @agostinoartgallery

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CSArt – Comunicazione per l’Arte

T. +39 0522 1715142 | M. +39 348 7025100 | info@csart.it | www.csart.it

Gruppo Areté

M. +39 349 433142 | martinelli@gruppoarete.it | https://gruppoarete.it

Annus mirabilis
La scrittrice Geraldine Brooks vinse il prestigioso premio Alex Award nel 2002 con il romanzo Annus mirabilis, che descrive i lunghi drammatici giorni di un anno di peste in un villaggio inglese tra il 1665 e il 1666, l’anno dell’epidemia nota come la grande peste di Londra.
Anche Walter Davanzo ha vissuto un “annus mirabilis” fra il 2020 e il 2021, il terribile primo anno di Covid 19, e ne dà testimonianza attraverso un intenso ciclo pittorico scandito per immagini, quasi capitoli di un visionario romanzo: prigioniero nella sua prodigiosa casa-studio – articolata come un sorprendente labirinto – ha dipinto forsennatamente per i lunghi mesi della pandemia dando forma a paure ed angosce, ma anche a riflessioni e fantasie, laddove drammaticamente efficace si è rivelato il suo personale e inconfondibile stile pittorico primitivo ed espressionista.
La sua narrazione per immagini si dipana in una sorta di laica via crucis, ispirata – talora deliberatamente talvolta inconsciamente – a opere di grandi artisti del passato: ad esempio la figura di San Sebastiano, che compare ieratica e insistentemente ripetuta in un gruppo di tele, rinvia a famosi esemplari della pittura del Rinascimento, da Antonello a Mantegna.
Il santo, in tempi in cui di peste si moriva come mosche, veniva invocato come “antidoto” prima di essere contagiati: è probabile che la figura di Sebastiano, dal corpo giovane e nudo irto di frecce, si sia sovrapposta al culto di Apollo, spesso rappresentato nudo e armato di frecce, come avviene
nell’Iliade al cui inizio troviamo il dio adirato che provoca la peste nel campo Acheo scagliando i suoi dardi.
Il Sebastiano di Davanzo è trafitto da frecce che nel sintetico – quasi infantile – disegno rinviano ad archetipi primitivi e tribali: e tutta una sezione della mostra esibisce simboli iniziatici e misteriosi che il nostro artista riferisce a repertori di disegni utilizzati da adepti a sette segrete per tatuaggi di
reciproco riconoscimento.
Anche una immagine universalmente iconica come la leonardesca Gioconda entra nel girone pandemico, presentandosi con il volto celato in parte dalla odiosamata mascherina di varie fogge e colori, come è toccato a tutti di dover sperimentare in quei mesi dolorosi.
E le tragiche immagini delle bare in convogli di camionette militari sembrano evocate, pur trasfigurate, nelle sepolture dei nudi crudamente disegnati in avelli danteschi: ricordano i paurosi Trionfi della morte che rendevano le nostre città – secondo gli alti versi del Foscolo – “meste
d’effigiati scheletri”; strani angeli si chinano sui tumuli a prelevare le piccole anime delle figure defunte, quasi un presagio di eterna risurrezione.
E a portare ulteriore fiducia si affaccia, fra tragiche figure, il volto sereno e pacioso di Carmelo Zotti, il nostro grande artista da pochi anni scomparso, che Walter tiene in conto di maestro, riferimento per l’arte ma anche campione di umanità.
Fremente vitalità sembra infondere la figura della Veritas – un altro riferimento all’antico: l’Amor sacro di Tiziano – che, nuda per il furto delle vesti da parte della menzognera Calunnia, si affaccia dal bordo del pozzo, promessa di erotici piaceri.
E quanta trepida liricità, pur velata di malinconia, in quella ripetuta bimba impedita ad usar la sua piccola biciletta; e nei “fratellini” sotto la finestra chiusa a rimirare un uccellino – ahilui – anch’egli in gabbia.
E incombe sempre il disadorno disegno della casa – casa-prigione – anche nelle moltiplicate variazioni del “déjeuner sur l’herbe”, tema caro alla pittura francese impressionista e qui evocato – nella declinazione ora di Monet ora di Renoir – come fuga dal chiuso delle stanze, voglia di aria
campestre e di libertà, quasi un segnale di speranza : o così noi vogliamo leggere questi convegni all’aperto dove non mancano ironia e intellettuale divertimento – ah, quelle grandi nere orecchie di Topolino! – a ricordarci con Walter Davanzo gli sconfinati territori dell’arte e della poesia.
Post scriptum: la necessità aguzza l’ingegno, ci ricorda il proverbio. Terminate le tele vergini e impedito dalla clausura ad acquistarne di nuove Walter Davanzo ha riciclato tele usate, dipingendo i nuovi soggetti sopra composizioni precedenti, talché ne risultano trasparenze e sovrapposizioni.
E ne ha tratto un saggio insegnamento: che non val la pena di accumulare tele su tele, dipinti su dipinti, lasciandone ai posteri l’onere del collocamento.
Con il rischio, oltretutto, – ma non sarà così di certo per lui – di finire in una discarica.
Eugenio Manzato