Wandrè La chitarra del futuro – Settore Musei Civici Bologna – Museo internazionale e biblioteca della musica
Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica
Wandrè La chitarra del futuro
A cura di Marco Ballestri
Con la collaborazione di Oderso Rubini
e I Partigiani di Wandrè (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi)
11 maggio – 8 settembre 2024
Museo internazionale e biblioteca della musica
Strada Maggiore 34, Bologna
www.museibologna/musica
Mostra promossa in collaborazione con Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio
Sponsor tecnico Assimusica, Cremona
Inaugurazione
Venerdì 10 maggio 2024 ore 18.00
Il Museo internazionale e biblioteca della musica del Settore Musei Civici Bologna dedica una mostra alla figura leggendaria di Antonio “Wandrè” Pioli (Cavriago, 1926 – 2004), fondatore negli anni Cinquanta della prima fabbrica di chitarre elettriche in Italia e inventore di alcuni dei modelli più innovativi e sperimentali nella storia mondiale di questo strumento, vere e proprie opere d’arte pop intrise di futurismo, surrealismo, metafisica e astrattismo, ancora oggi tra le più ricercate dai collezionisti di ogni paese.
Il progetto espositivo Wandrè La chitarra del futuro, visibile nella Sala Mostre del museo dall’11 maggio all’8 settembre 2024 con ingresso gratuito, è a cura di Marco Ballestri con la collaborazione di Oderso Rubini e del collettivo I Partigiani di Wandrè (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi) che tiene viva la memoria della sua straordinaria avventura artistica e umana.
La mostra inaugura venerdì 10 maggio 2024 alle ore 18.00 e si inserisce nelle iniziative organizzate per celebrare, con il claim 20ofmusic, il ventesimo anniversario del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna.
L’11 maggio 2004, infatti, Palazzo Sanguinetti in Strada Maggiore 34 ha aperto le sue porte alla città per mostrare al pubblico le straordinarie collezioni musicali del Comune di Bologna, fino ad allora conservate nei depositi e conosciute solo da esperti e professionisti del settore.
Se nel 2004 la campagna inaugurale è culminata nella mostra Fender Stratocaster: 50 anni di un mito, celebrativa del mezzo secolo di vita del modello di chitarra elettrica più famoso al mondo, per festeggiare il ventesimo anno di attività il museo ha scelto di proporre un’altra iniziativa espositiva dedicata alla produzione di Wandrè, oggetto di culto e venerazione per gli appassionati di strumenti musicali vintage.
Wandrè è un marchio italiano noto per la sua eccentricità e sperimentalità, all’avanguardia negli anni ’60, grazie al genio di Antonio Vandrè Pioli, conosciuto come Wandrè: artista, imprenditore, partigiano, artigiano e soprattutto uno dei liutai più innovativi del secolo scorso. Le chitarre Wandrè, definite “sculture sonore”, viaggiano per il mondo come creature uniche, distanti dai modelli convenzionali dell’epoca, portando con sé una visione unica.
La mostra presenta oltre 50 pezzi tra chitarre, bassi e contrabbassi, ognuna con la sua storia e con la sua personalità unica: pezzi iconici e irripetibili per forma, colore, tecnica e materiali utilizzati. Il percorso, contestualizzato con altre opere dell’artista realizzate dal 1970 alla fine degli anni ’90, esprime molto bene il carattere di Wandrè: pop e al contempo psichedelico, dieci anni prima della psichedelia.
Antonio Pioli, in arte Wandrè, nasce a Cavriago, paese in provincia di Reggio Emilia, il 6 giugno 1926. Arruolatosi a 17 anni nelle formazioni partigiane sull’Appennino reggiano, al termine della guerra si diploma alla Scuola Convitto di Rivaltella, e nella primavera 1957, dopo avere diretto cantieri edili in tutta Italia per conto del Consorzio Cooperative di Reggio Emilia (ed essere stato cacciato per l’incapacità di tollerare compromessi e l’abitudine a schierarsi sempre dalla parte degli operai…) intraprende la professione di liutaio raccogliendo il testimone dal padre Roberto, che costruisce in particolare violini.
Quando Wandrè iniziò a costruire chitarre elettriche era fermamente intenzionato a esportare il nome di Cavriago in tutto il mondo.
È lo stesso Bob Dylan a confermarlo nel film documentario Don’t look back, realizzato in presa diretta da D.A. Pennebaker durante la tourneè inglese del giovane cantautore nel 1965, quando, davanti a una vetrina londinese piena di chitarre Wandrè, esclama: “We don’t have those guitars in the States! Man, they are incredible”.
Negli ultimi 40 anni le sculture fruibili per musica di Wandrè hanno affascinato molti chitarristi statunitensi, tra cui Frank Zappa, che nel 1986 aggiudicò a due Wandrè (Scarabeo e Oval) il primo e il secondo posto al concorso “Miss off the wall” (concorso promosso dalla rivista americana Guitar Player, deputato a eleggere la chitarra più eccentrica rinvenuta durante l’anno). Ace Frehley, chitarrista newyorkese dei Kiss, utilizzò una Bikini durante il tour del 1981. Buddy Miller, chitarrista di New Orleans (Emmylou Harris, Band of Joy et al.) suona abitualmente un paio di Soloist e Peter Holmström ha suonato con diverse Wandrè (B.B., Teenagers, Polyphon) nei concerti italiani dei Dandy Warhols. Anche il chitarrista e attore americano Johnny Depp è un fan delle Wandrè, tanto che ha voluto omaggiare l’amico Joe Perry (chitarrista degli Aerosmith) con una Brigitte Bardot di colore blu nassau, a detta di quest’ultimo, “la chitarra perfetta per il blues”.
Adozione particolarmente intrigante delle Wandrè è quella di Sean Taro Ono Lennon e Charlotte Kemp Muhl. I due hanno fondato nel 2008 i GOASTT (Ghost Of a Saber Tooth Tiger), gruppo neo-psichedelico che promuove una musica ricca di atmosfere magiche e suggestioni oniriche, estremamente colta a dispetto dell’apparente semplicità. Inevitabile che fra questi artisti e le chitarre di Wandrè scaturisse un’attrazione fatale. Fra le Wandrè possedute da Sean una Scarabeo, progettata nel 1965 dopo il tour italiano dei Beatles, la cui paletta è stata modellata sul profilo del volto di suo padre John.
L’intera produzione di Wandrè è permeata da un’urgenza poetica e da un profondo lirismo erotico, ma più spesso il carattere delle opere emerge prepotentemente dalle linee, dal contrasto dei colori e dall’incontro di materiali inconsueti per l’arte liutaria.
Nel modello Brigitte Bardot, disegnato nel 1957, dopo l’uscita del film Et Dieu crèa la femme, troviamo un eros raffinato, espresso dall’incredibile gioco delle curve e delle bombature, apprezzabile appieno solo quando si imbraccia lo strumento.
Estremamente ambiguo è anche il modello Rock’n’Roll, sempre del 1957, che alcuni vorrebbero ispirato a un amo da pesca, ma che fa un vero riferimento alla musica più rivoluzionaria e irriverente che si fosse mai ascoltata. Per questo non stupiscono l’immoralità del perimetro, come l’avrebbe potuta definire Pinot Gallizio, l’assurda asimmetria delle bombature e la foggia dei fori armonici, che lasciano lo spettatore indeciso fra i girini e gli spermatozoi. E tutto questo è decisamente Rock’n’Roll.
L’assalto definitivo alle roccaforti della liuteria classica Wandrè lo sferra nel 1960 con il modello Rock. Con questo progetto desacralizza la liuteria classica arrivando a utilizzare il vuoto e l’aria come materiali da costruzione.
Nel modello Mini, disegnato fra il 1966 e il 1967, quando la minigonna stava diffondendosi fra mille polemiche anche in Italia ed era iniziata la produzione italiana dell’automobile Mini Cooper, abbiamo chiari aneliti Flower Power, bene espressi dalla forma del corpo e della paletta, nonché dai colori vivaci sui toni del rosso, verde e blu.
Nel 1968 Wandrè cessa la produzione di strumenti e si dedica al confezionamento di originalissimi capi di abbigliamento, poi nel 1970 entra a fare parte del movimento Fluxus. Vive un momento molto intenso durante il quale convive con la celebre gallerista Rosanna Chiessi e, oltre alla produzione di opere proprie, realizza materialmente molti dei progetti ideati dagli artisti del movimento in transito o trasferitisi a Cavriago.
La mostra Wandrè La chitarra del futuro è accompagnata da un catalogo pubblicato da Comune di Bologna | Settore Musei Civici Bologna, contenente le prefazioni istituzionali di Elena Di Gioia, Eva Degl’Innocenti, Jenny Servino, Mauro Felicori e testi di Marco Ballestri, Francesco Guccini, Lorenzo Frignani. Il volume è disponibile in esclusiva presso il bookshop del Museo della Musica.
Il progetto espositivo è realizzato in collaborazione con Regione Emilia-Romagna – Assessorato alla Cultura e Paesaggio e con la sponsorship tecnica di Assimusica, Cremona.
Fa inoltre parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso da Comune di Bologna e Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.
Programma degli eventi collaterali
Domenica 9 giugno 2024 ore 17.30
Wandrè, chi era costui? Vita, opere e (presunti) miracoli dell’artista della chitarra elettrica
Narrazione musicale con Marco Ballestri (curatore della mostra)
Nell’ambito della rassegna La musica che gira intorno
Ingresso libero fino ad esaurimento posti, con possibilità di prenotazione su www.museibologna/musica al costo di € 6 | € 5 studenti universitari con tesserino / minori di 18 anni / possessori Card Cultura.
La prenotazione consente la certezza dell’ingresso e l’accesso prioritario a partire da 30 minuti prima dell’orario di inizio, con possibilità di scelta del posto.
A 5 minuti dall’inizio dell’appuntamento gli eventuali posti residui verranno messi a disposizione gratuitamente secondo l’ordine di arrivo.
Domenica 12 maggio ore 17.00
Domenica 02 giugno ore 11.00 e 15.30
Domenica 30 giugno ore 11.00 e 15.30
Sabato 10 agosto ore 17.00
Domenica 25 agosto ore 11.00 e 17.00
Sabato 7 settembre ore 15.30 e 17.00
Domenica 8 settembre ore 11.00 e 15.30
Visita guidata con Marco Ballestri (curatore della mostra) e Gianfranco “Bongo” Borghi (I Partigiani di Wandrè)
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: www.museibologna/musica
Domenica 14 luglio ore 17.00
Wandrè La chitarra del futuro
con Marco Ballestri e la New Concept live band
Andrea Clementini (chitarra solista e voce), Giovanni Lambertini (chitarra ritmica e cori), Carlo Bettini (basso e cori), Giovanni Flori (batteria e cori)
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria: www.museibologna/musica
SCHEDA TECNICA
A cura di
Marco Ballestri
I Partigiani di Wandré (Paolo Battaglia, Gianfranco Borghi, Luca e Loris Buffagni, Riccardo Cogliati, Mirco Ghirardini, Giorgio Menozzi, Johnny Sacco, Adelmo Sassi)
Promossa da
Settore Musei Civici Bologna | Museo internazionale e biblioteca della musica
Sponsor tecnico
Assimusica, Cremona
Strada Maggiore 34, 40125 Bologna
Inaugurazione
Venerdì 10 maggio 2024 ore 18.00
Venerdì 10.00 – 13.30 / 14.30 – 19.00
Sabato, domenica, festivi 10.00 – 19.00
gratuito
Catalogo
Comune di Bologna | Settore Musei Civici Bologna, 2024
80 pagine
Italiano
€ 10
Museo internazionale e biblioteca della musica
Tel. +39 051 2757711
museomusica@comune.bologna.it
www.museibologna.it/musica
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